PRIMO: NON FARE A GARA a chi prenota il posto più bello. Secondo: lasciare a casa il nuovo partner. Terzo: non telefonare tutti i giorni. Guida pratica per godersi le ferie con la prole. E farle godere all’altro Ex marito ed ex moglie, commercialista lui, medico lei. Hanno due figli, maschio e femmina, adolescenti. La scuola sta per finire e le vacanze sono a un passo. «Salvo diversi accordi», dice la sentenza di separazione, «le prime due settimane di agosto con la madre, le altre due con il padre…». La mamma promette un viaggio a New York, il papà, più semplicemente, prenota in Francia. E una tipica situazione da fi brillazione, sul filo del rasoio: ripartenza dei figli appena i atterrati alla Malpensa, perché, naturalmente, la genitrice non ci pensa neanche di rientrare il giorno prima. Quindi basta il minimo ritardo che, a catena, si accumulano contrattempi. Fino a dover rinviare la partenza per la Francia. Un esempio, certo. Ma tra i tanti che si registrano o che possono verificarsi di difficoltà oggettive e a volte dispettose nella gestione dei figli da parte delle coppie separate. Le vacanze costituiscono il momento clou: vengono al pettine nodi e capacità di mediazione dei genitori. Il momento dove davvero si vede se i coniugi hanno a cuore l’interesse dei figli. Che si possa trovare la strada dell’ascolto civile è possibile: succede a Hollywood con l’esempio di coppie ex litigiose e pacificate dopo la separazione, come Bruce Willis e Demi Moore, ma anche nel nostro mondo, come raccontano molto bene i Cesaroni, fiction televisiva di grande successo. Le storie patinate e quelle della tv, in definitiva, invitano a un semplice accorgimento: se vi venite incontro farete ferie più tranquille. E un galateo della vacanza con i figli, da separati, è assolutamente necessario. Come spiega la dottoressa Alessandra Lancellotti, psicologa e psicoterapeuta di successo, che delinea, appunto, una sorta di vademecum sul come affrontare le vacanze estive tenendo conto degli interessi e dei desideri di tutti. «La prima cosa da seguire, ovviamente, sono le regole dell’affido, a seconda che sia congiunto o giudiziale. Oggi, i figli piccoli sono nella generalità sempre affidati alle madri, ma la situazione è destinata a cambiare. Io stessa mi sto battendo per la rivalutazione dei diritti della figura paterna e credo proprio che, tra qualche anno, avverrà una rivoluzione che scardinerà tutti gli effetti del femminismo».
Un diverso futuro che si prospetta, anche se il presente parla di un agosto in cui è il padre ad avere per qualche settimana i figli. «L’importante è restare all’interno delle regole prestabilite. Detto questo, tutto si può fare e, anzi, si deve fare. Anche perché i figli non tollerano che, anche dopo la separazione, i genitori litighino». Per quanto riguarda l’aspetto pratico, massima libertà di portare il figlio dove si vuole, negli Stati Uniti o alle Maldive, anche se, magari, i figli poi continueranno in luoghi meno esotici le loro vacanze con l’altro genitore.
Altro problema che solitamente si pone è la presenza della nuova compagna (o compagno durante questo periodo. «Fondamentale è far conoscere il nuovo partner ai figli solo dopo che si sono rimarginate certe ferite, anche perché il rischio è che poi, il figlio, arrivi a dare la colpa della rottura tra i genitori al nuovo arrivato. Bisogna agire con delicatezza e cautela». Quella che, per esempio, non ha dimostrato di avere il presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy quando ha iniziato la chiacchierata storia con Carla Bruni: «Ho visto le immagini del figlio di Sarkozy», commenta la Lancellotti, «si tappava gli occhi. Secondo me si sentiva un bagaglio». Ragioni che inducono, insomma, alla prudenza di godersi le vacanze da soli coi propri figli. E l’altro genitore come deve comportarsi? «Sempre meglio limitare le telefonate. Si deve telefonare solo per sapere come sta il figlio, farsi raccontare come è andata la giornata. E importante non farlo sentire come un ponte per continuare a sparare sull’ex: l’ideale sarebbe chiamare ogni due giorni». Ma non sempre è detto che si riesca ad andare in vacanza come programmato, possono esserci degli imprevisti: la cancellazione di una prenotazione e quant’altro. «Le difficoltà fanno parte della vita», chiosa la Lancellotti. «Quando accade una cosa del genere bisogna rassicurare e ricompensare il figlio deluso, promettendo (mantenendo poi a qualunque costo la parola data) di ripartire magari a settembre. Quello che si spera accada è che l’altro genitore non ne approfitti per attaccare l’ex partner agli occhi del figlio».
E se il lavoro raggiunge anche le spiagge, si può dedicare un piccolo spazio della giornata ad esso, senza per questo doversi sentire in colpa per aver trascurato i propri figli in quel momento. «Le separazioni, di solito, mettono in allerta tutti i peggiori istinti», conclude la Lancellotti. «L’ideale sarebbe quello di riuscire a gestire questi momenti di compartecipazione forzata con la massima civiltà possibile: tutti ne trarranno benefici, soprattutto i figli che sicuramente avranno meno traumi da dover affrontare».
Paco Guarnaccia
Class, giugno 2008