Ad Arenzano un singolare corso di sopravvivenza per manager, dirigenti d’azienda e casalinghe
A scuola per diventar cattivi
Cattivi si nasce o si diventa? Forse non tutti lo sanno ma, in perfidia, oggi, ci si può anche diplomare. L’idea è di Alessandra Lancellotti, psicologa e sociologa della comunicazione all’Università di Roma che ha varato il primo «Corso di cattiveria» per manager, ma non solo. Chi pensa di trovarsi di fronte a una specie di maliarda stile Crudelia Demon rimarrà deluso: a salire in cattedra è una signora bionda che più che cattiva è accattivante. Il corso che ha pensato è una fidi immersion in piena regola che dura un giorno intero: dalle 9.30 alle 17.30 i partecipanti potranno sfogarsi liberamente dicendo malignità di ogni genere. Vittima da sacrificare è il buonismo, atteggiamento mentale tanto in voga eppure colpevole di aver rovinato chi fa mestieri «delicati» come quello di dirigente, capoufficio o genitore.
Ma è possibile essere davvero cattivi senza soffrire di sensi di colpa? Alessandra Lancellotti assicura di sì. «Per essere un buon leader o un buon genitore bisogna saper diventare cattivi – dice la psicologa – Allora ho pensato a fare un corso di sopravvivenza perché la gente impari a gestire la propria vita in termini soddisfacenti anche se i tempi attuali sono difficili».
Le materie del corso sono, naturalmente, top secret: troppo facile – ma fuorviante – diventare autodidatta con qualche consiglio giusto. Ma un segreto si può svelare: il primo passo per diventare cattivi è imparare a pronunciare più spesso la parola «no». «È profondamente sbagliato credere che dire sempre sì, cercando di compiacere le persone che ci stanno accanto, abbia come conseguenza che esse certamente ci amino o ci rispettino – svela Alessandra Lancellotti – Anzi, spesso è vero il contrario, è meglio manifestare le proprie idee senza paura di scontrare gli altri: in questo modo si riesce a vivere meglio con se stessi».
Il primo corso, nel novembre scorso, ha visto tra i partecipanti manager, piccoli dirigenti d’azienda ma anche casalinghe che avevano problemi di rapporti con i figli. Tutti si iscrivono perché si ritengono troppo buoni e nonostante ciò non sono felici. «Il motivo è sempre lo stesso – dice la psicologa – il buonismo ad ogni costo non paga, perché poi ci si sente frustrati e quindi infelici e rancorosi».
Ma c’è stato anche il caso opposto di un industriale milanese che si giudicava davvero cattivo e quindi voleva che il corso gli riconoscesse un diploma per i suoi particolari meriti sul campo. Alla fine, però ha scoperto di non essere il peggiore e ha dovuto imparare come gli altri le più raffinate tecniche di cattiveria. Come si fa a riconoscere tra amici, conoscenti e colleghi i veri cattivi? «Attenti agli atteggiamenti seduttivi – dice la psicologa – perché sono negativi sia per chi li adotta che per chi li subisce: la seduzione è la nemica principale della felicità, quando finisce lo scopo si ritorna alla realtà e si possono fare sì cattive scoperte». Pensate a una donna che per sedurre si trasformi in una micetta che fa le fusa. Parola di psicologa: quando l’oggetto di tante attenzioni cade nella rete allora la gattina si trasforma in una tigre. Ma i problemi cominceranno anche per lei perché ha indossato una maschera che non corrisponde alla realtà. «Diffidate dalle mistificazioni ecco il segreto -continua la Lancellotti – Siate voi stessi senza paura che dicendo qualche no in più possa sfuggirvi l’affetto o la stima di qualcuno». E allora, se il vostro carattere vi spinge ad essere accomodanti, accondiscendenti, compiacenti è il momento giusto per cambiare vita e diplomarvi in cattiveria. Gli appuntamenti sono il 24 e il 31 gennaio al Grand Hotel di Arenzano, sede dei corsi. Iscrivendovi scoprirete che quelle che credevate doti sono viste come il fumo negli occhi. In cambio una promessa: se sarete Bravi, cioè cattivi, imparerete ad essere più felici.
Monica Bottino
Il Giornale, 14 dicembre 1997